Le Castellare

Il Lago di Pilato

Ogni volta che si sale al Lago di Pilato è come se fosse la prima volta… Si parte la mattina presto per raggiungere la piccola frazione di Foce di Montemonaco e si inizia a camminare attraversando il Piano della Gardosa, l’arietta pungente sul viso e i primi raggi di luce sulla valle, sui boschi e sulle pareti di roccia danno una bella sensazione. Emozione e fatica ti accompagnano sulla salita delle “svolte”, ripido ghiaione a zig-zag, per poi superare la splendida faggeta oltre la quale il paesaggio si apre sulla vallata ed il sentiero sale un po’ più dolcemente. Il sole inizia a picchiare più forte ma l’arietta fresca ci accompagnerà fino in cima. La salita è faticosa e dopo aver superato innumerevoli valli la stanchezza comincia a farsi sentire, ma la fatica è ripagata dallo spettacolo offerto dalle stupende fioriture spontanee di specie assai rare e pregiate, come la Stella Alpina Appenninica (Leontopodium Nivale).  Un ultimo sforzo ed ecco si apre di fronte a noi la magnifica Valle del Lago, stupendo anfiteatro della natura tra le cime del Vettore e del Redentore, gelosamente custodita dal Gran Gendarme. Siamo quì, a quota 1.941 metri sul livello del mare, ed è davvero uno spettacolo della natura da non dimenticare! Quello di Pilato è l’unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tipo alpino presenti sull’Appennino. I due specchi d’acqua cristallina, che a seconda delle stagioni si uniscono o si separano assumendo la famosa forma ad occhiali, ospitano un endemismo particolarissimo, un minuscolo crostaceo di colore rosso, chiamato Chirocefalo del Marchesoni, dal nome del suo scopritore. Il suo ecosistema è particolarmente delicato, per cui si deve fare attenzione a non avvicinarsi alle sponde del lago, per evitare di calpestare le uova che il Chirocefalo depone, tra le rocce in secca.

Questo luogo non è solo uno scrigno di tesori naturalistici, ma anche un luogo magico e misterioso…Nel primo Medioevo il luogo era frequentato da maghi e negromanti che vi celebravano i loro riti e consacravano i loro libri ed il luogo divenne famosissimo in Europa per l’esercizio di pratiche magiche ed alchemiche… Una delle innumerevoli leggende legate a questo luogo racconta che, dopo la sua condanna a morte, il corpo del procuratore Ponzio Pilato fu posto su di un carro trainato da buoi e lasciato in balia della sorte. I bufali terminarono la loro corsa sui Monti Sibillini e si inabissarono nelle gelide acque del lago di Pilato.

Nel Museo della Grotta della Sibilla a Montemonaco, è custodita una pietra, detta “La Gran Pietra”, che reca incise lettere misteriose e rinvenuta pochi anni fa nei pressi del Lago.

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